P come….Pisticci. P come…Politica
La comunità di Pisticci (intendendo
per essa tutto il territorio, da Marconia a Pisticci, da Tinchi a Casinello,
passando per Pisticci scalo), sembra aver perso la lettera P.
P come Pisticci, appunto.
Ma anche P come Politica. Ormai da tempo merce rara. Non c’è più un vagito
che dimostri come la politica sia viva, a Pisticci. Sia in Consiglio comunale
che al di fuori non si discute, non si propone: non c’è più, insomma, quella
dialettica viva e, a volte, aspra, che dovrebbe essere il “sale” del comune
convivere per progredire. La politica, quella di una volta, che infervorava gli
animi, fatta di dibattito, di scontro e di confronto, di idee e ideali, di
tutti i colori: rosso, verde, giallo, azzurro…arcobaleno.
P come Proposta. Di conseguenza, anche la Proposta Politica è
morta. Defunta. Non c’è un briciolo di idea su nulla.
P come Progetto. Per scegliere una strada occorre sapere dove si
vuole andare. Manca nel nostro territorio una visione di sviluppo che
rappresenti quello che vorremmo o dovremmo essere: manca la capacità di
elaborarla, l’audacia per promuoverla e la determinazione per realizzarla. Manca
in chi amministra, in chi ha amministrato e in chi è stato bocciato dagli
elettori. O, se ce l’hanno, la tengono per sé.
P come Partecipazione. È evidente che la scelta del Progetto non
può prescindere da un momento di consultazione e di partecipazione della
comunità e di tutti i soggetti che vi operano. Il confronto e la riflessione
comune sono la base per verificare istanze e aspettative, per raccogliere tanto
le progettualità quanto le osservazioni critiche, per arrivare a definire
obiettivi condivisi. Ma a Pisticci si pensa solo a stoppare gli avversari
politici e, soprattutto, a chiudersi in se stessi, reagendo in modo stizzito e
veemente contro chiunque ponga problemi, sollevi obiezioni e racconti i fatti.
P come Programmazione. Servirebbe per investire sulla crescita.
Graduale. Per step. Attraverso un insieme coordinato e convergente di azioni da
realizzare. La Programmazione servirebbe soprattutto, data la particolarità del
territorio, per farlo crescere esaltando le caratteristiche che ciascuna parte
di esso ha.
P come Pericolo. Di scomparire del tutto. Evidentemente, non si è
ben capito che il ruolo marginale che la nostra comunità ha è figlio di tutte
le considerazioni sopra esposte. Che vengono da lontano. Se dopo 20 anni di Pochezza,
zero Progettualità, Politica ridotta a sterile Polemica, Pisticci ha perso
posizioni, il Pericolo è che la comunità, in futuro, scompaia del tutto. Non
solo Pisticci centro, ormai abbandonato a se stesso e in coma profondo, ma anche
Marconia. Dove ci sono tanti giovani che, finita la scuola dell’obbligo,
partiranno per altri lidi e, quasi certamente, non torneranno più se non si
invertirà la tendenza che vuole questo territorio privo di chance lavorative.
P come Paura. Alla Paura che Pisticci conti sempre meno si aggiunge
quella che sembra attanagliare chi amministra: Paura di aprirsi alle istanze
del cittadino e all’oppositore politico, almeno a quei pochi che lo hanno fatto
fino ad ora, scendendo in piazza o manifestando dissenso.
P come Paese. Non c’è più il Paese. O, meglio, ce ne sono due:
Pisticci e Marconia. Insieme, sarebbero una ricchezza. Ma, sia nei cittadini
(almeno nella stragrande maggioranza) che nei Politici, l’unità del territorio,
nei fatti, è solo roba da Palco.
P come Palco. Sul Palco tutti bravi ad assicurare, promettere,
millantare. Faremo questo, faremo quello. Soprattutto, saremo diversi dagli
altri. E, ovviamente, celebreremo l’unità del territorio. I fatti dicono il
contrario, anche in questo caso da più di un ventennio.
P come Potere. Il Potere è transitorio: oggi c’è, ma domani
potrebbe non esserci più. Detenerlo senza una Proposta, un Progetto non fa
altro che aumentare la probabilità che domani il Potere passi in altre mani.
Detenerlo senza accettare critiche e, anzi, reagendo sempre con la sindrome da
accerchiamento, è anche peggio.
P come Prosopopea. Chi varca la soglia di Palazzo Giannantonio,
l’acquisisce immediatamente. Potrà anche non averla in precedenza, ma, varcata
quella soglia, la Prosopopea diventa l’elemento che contraddistingue
l’amministratore. Il quale, non a caso, viene subito archiviato dal cittadino
nelle urne.
P come Piccolo. Piccolo comune, certo. Ma anche Piccola Politica.
P come Pochezza. Sembrerebbe appartenere ai più, in una comunità
sempre più avvolta e condizionata da una Pochezza senza fine.
P come Però. Però non possiamo rassegnarci a tutto questo. Dobbiamo
reagire. Ciascuno di noi lo faccia per il bene della sua comunità e per quanto
di sua competenza. Lo faccia per avere un futuro migliore. Per consentire al
centro storico di Pisticci di decollare turisticamente. A Marconia di essere
sempre più popolosa e centro di servizi. A Marina di Pisticci di diventare polo
attrattivo integrato, per offrire ciò che al momento non sa dare: competenza,
progettualità, servizi.
P come Porsi un obiettivo. Tutti, nessuno escluso, devono porsi un
obiettivo chiaro e concreto. Non personale, non privato. Collettivo. Perché solo
facendo il bene della collettività, si potrà curare anche l’interesse proprio.
P come Perseveranza. Ci vorrebbe da parte di tutti: cittadini,
amministratori e semplici osservatori esterni. Perseverare nella speranza di un
futuro migliore, che passa, però, solo da Progettualità, Proposta e, dunque,
Politica. Quella buona, seria. Che non c’è più.
Piero Miolla
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