sabato 16 dicembre 2017

"Terra dei Fuochi? No, Paese dei fuochi".


“Siamo nel Paese dei fuochi”. E’ il parere di Marica Dipierri, presidente del Centro Documentazione Conflitti Ambientali e portavoce dell’associazione “A Sud”, intervenuta ieri a Viggiano nel corso del convegno sulla governance dell’ambiente. A proposito della quale, Dipierri ha dichiarato che “gli strumenti per governare il settore ambientale ci sono, perché il nostro ordinamento li prevede. Il problema è capire quanto siano utili a garantire una tutela effettiva dei diritti umani connessi all’ambiente”. Il Centro da lei presieduto si occupa di “mappare gli impatti ambientali, sociali, sanitari delle politiche estrattive, produttive e di smaltimento da circa 10 anni. Dal nostro osservatorio privilegiato – ha spiegato Dipierri – non ci pare che questi diritti umani siano tutelati e questo riguarda anche i cosiddetti diritti strumentali, cioè l’accesso alle informazioni e la partecipazione nei processi decisionali, che sarebbero strumenti fondamentali per evitare l’insorgere di conflittualità ambientali, e poi l’accesso alla giustizia per ragioni risarcitorie o, nel caso in cui si dovessero configurare delle condotte penali, sanzionatorie”. Dal suo osservatorio privilegiato qual è la situazione in Italia e in Basilicata? “Nel Paese la situazione è grave, nel senso che la contaminazione riguarda l’intera nazione: sono anni, ormai, che proviamo a sganciare questa narrazione da alcune etichette piuttosto conosciute come la terra dei fuochi. In realtà, calcolando solo i Sin (Siti d’interesse nazionale, ndr), che il ministero dell’Ambiente ha quantificato in 39 (prima erano 57), ci riferiamo al 3% del territorio nazionale e a 5 milioni di cittadini che vivono sottoposti a fattori di rischio ambientale tali da determinarne gravi conseguenze in termini epidemiologici. A questo aggiungiamoci i 25mila siti d’interesse regionale per le bonifiche e ci rendiamo conto che nel nostro Paese partiamo già da una situazione particolarmente vulnerabile. Se consideriamo che anche il secondo tassello a tutela dell’ambiente, vale a dire le bonifiche, non si concretizza, è evidente che bisogna dare un’accelerata se davvero si vuole garantire il diritto alla salute”. 
Al convegno di Viggiano, dal titolo “La governance dell’ambiente: profili giuridici e visioni territoriali”, organizzato dalla Camera Forense Ambientale presieduta da Cinzia Pasquale ed ospitato nella sede dell’Assoil School, nell’area industriale della capitale del petrolio, tanti gli interventi di relatori prestigiosi. Amedeo Postiglione, presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione e cofondatore del Forum Europeo dei Giudici per l’Ambiente, che ha discettato di “Giustizia internazionale e governance per pace, sviluppo e ambiente”, Michele Bianco, componente dell’executive Ufficio Legale Eni-Upstream, il quale, da par suo, ha affrontato il tema della “Tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Il sottile equilibrio tra scienza e diritto, pubblico e privato. Un percorso possibile”. L’assessore regionale all’Ambiente, delegato dal presidente della Giunta, Marcello Pittella, ha invece tracciato il percorso che via Anzio sta tentando, a suo dire, di incanalare nel verso giusto in una fase definita di grande incertezza e cambiamenti sul tema. Vincenzo Lapenna, direttore del Cnr-Imaa, si è invece soffermato sul “ruolo della ricerca nella governance dell’ambiente”, sottolineando quanto importante sia e, soprattutto, quanto potrà esserlo nei prossimi dieci anni. Marica Di Pierri, presidente del Centro Documentazione Conflitti Ambientali e portavoce dell’associazione “A Sud”, ha invece tracciato interessanti profili degli “strumenti per la giustizia ambientale nei conflitti territoriali”. Di grande interesse, oltre che di enorme attualità, anche il contributo fornito da Luca Ramacci, magistrato della Suprema Corte di Cassazione, il quale si è prodotto in un interessante intervento sul tema “economia, lavoro, giustizia: la giurisprudenza”), seguito da quello di Sergio Polito, presidente di Assomineraria, settori Beni e Servizi, che ha chiuso le relazioni parlando di “tecnologie e competenze per l’ambiente”. Le conclusioni del convegno, coordinato da Leonardo Pace, avvocato e membro della Camera Forense Ambientale, sono state affidate a Luciano Petrullo, anch’egli avvocato e membro dell’organismo presieduto dalla Pasquale. L’incontro, molto partecipato non solo da cittadini e avvocati, ma anche da geologi, architetti e ingegneri, tenuto conto che la manifestazione era patrocinata dall’Ordine degli Architetti di Potenza, in collaborazione con quello degli Ingegneri. Il messaggio, in buona sostanza, è quello di superare i reciproci steccati e gli interessi (specie quelli delle imprese, troppo spesso opposti a quelli dei cittadini), per addivenire ad una soluzione condivisa dei problemi connessi alla tutela ambientale, ormai non più procrastinabile.

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