giovedì 1 marzo 2018

Elezioni 2018: l'appello di un parroco


4 marzo 2018: elezioni di Giuda o di Caino?
Il beato Paolo VI ci ha lasciato una bellissima affermazione sul significato e il valore della politica: <La politica è la più̀ alta forma di Carità!>.
Siamo ben consapevoli di questa citazione? Cosa si è fatto finora nel nostro territorio regionale di Basilicata?
Ci sono leggi che tutelano i diritti-doveri delle famiglie? Se guardiamo alla situazione della Fiat di Melfi o degli operai dei grandi supermercati, che continuano a lavorare anche di domenica, questi diritti-doveri vengono meno. E cosa possiamo dire, aprendo un altro capitolo di storia lucana, spostandoci nell'intero Metapontino dove sono ancora in corso vili atti criminali che hanno scosso l'intera comunità di Scanzano Jonico? Gli imprenditori sono succubi del pizzo? Certo è che, con il silenzio, non si fa altro che avvalorare la connivenza con un "intreccio pericoloso", che, però, sembra non aver destato particolare allarme. Cosa dire, poi, degli immigrati giunti a Metaponto che sono oltre la legge stabilita? Perché? Chi è che non sta rispettando il proprio dovere? C'è il coraggio di saper denunciare quanto di squallido stiamo vedendo? Passando alla questione dello smaltimento dei rifiuti, si può fare chiarezza se a guadagnarci è l'intero territorio regionale per un bene comune o chi? Non si spiegherebbe altrimenti un territorio ricco di risorse ma povero in tutti i sensi, se consideriamo lo spopolamento dei paesi e la fuga dei giovani a causa della mancanza di lavoro.
Perché Giuda? E perché Caino?
Ritornano le famigerate passerelle di candidati e leader, che, prima del voto, si sprecano in estasianti annunci. Siamo stanchi di parole e demagogia!
La nostra Basilicata, ormai dimenticata, è per molti anni stata sommersa da vane promesse, ma, puntualmente, si ha il coraggio di ricandidarsi nuovamente. Ora, però, ti vien voglia di rispondere con le parole di Totò: <Mi faccia il piacere...>.
Si è persa la fiducia, ma non la rabbia. Le promesse sono come il vento. E poi c’è la sentenza: «Ci manca il lavoro, ci manca la salute, ci manca la vita». Qui, pur continuando a morire di cancro, c’è qualcuno che promette di fare bonifiche? No. Non vogliamo promesse, ma un serio controllo nelle aree da bonificare che sono ancora oggetto di sversamenti di rifiuti pericolosi. Parlare per slogan e promettere di abolire questo o quell'altro è semplice, ma trovare soluzioni vere è un altro conto. La verità è che, oltre ai luoghi, andrebbero bonificate le persone. Più che essere menzionati per Matera Capitale della Cultura (Cfr. Lettera di Natale del 25.12.2017 in alcune testate quotidiane della Basilicata), siamo destinati ad essere ricordati come il polo della monnezza.
Purtroppo, dietro tutto ciò, c'è anche la nostra mano, il nostro silenzio. Riusciamo a vedere ciò che accade su Marte e non quello che accade dentro casa (Cosa) nostra. Il picco sanitario, ahimè, (e spero che non sia così!), sarà toccato solo tra qualche anno. Come dire: il peggio deve ancora arrivare.
Come sarebbe bello, se tutte le Associazioni (e son tante in Basilicata) si organizzassero con delle “ronde” per contrastare gli sversamenti più che incassare il “dio denaro”, che, a volte, potrebbe puzzare anche di corruzione.
Mentre aumentano le malattie, si tagliano gli ospedali e questo porta alla migrazione sanitaria. Vi sembra poco? L’impressione è che si vogliano spegnere i riflettori nascondendo il problema sotto il tappeto. La tendenza è coprire tutto, dire che qui tutto va bene e, nel contempo, attuare un ragionamento “senza verità”. Queste zone, dove le discariche sono diventate monumenti a ciel sereno, continueranno a essere dimenticate e a produrre continui odori nauseanti.
Con questo voto, chiediamo che ci sia una soluzione «seria e definitiva» per questa terra martoriata. Soluzione che deve passare attraverso la verità e l'accertamento di ogni responsabilità. Sappiamo che, in certe zone, la gente lucana vive in campagna e non in luoghi industrializzati. In questi casi, davanti all'incidenza di certe malattie, non si può dare la colpa agli stili di vita. Il registro tumori, se non viene preso in seria considerazione, difficilmente restituirebbe la reale situazione.
A volte agiamo per noi stessi, semplicemente perché crediamo che questa sia la cosa giusta da fare. Il nostro sistema è marcio. Non premia i politici onesti che votano secondo coscienza, al contrario premia i traditori pronti a vendere il Paese per tenere il fondo schiena su quelle poltrone.
Credetemi, questi traditori sono i veri parassiti della democrazia italiana. Chi vince trama un passo avanti ai suoi nemici e svela gli assi della manica dopo che gli altri hanno svelato i loro. Deve essere certo che li sorprenderà e non si farà mai sorprendere.
Bisogna andare a votare perché il voto oltre ad essere un diritto è un dovere civico, il non andarci è dare più vantaggio a chi non farà mai il proprio dovere.
Questo è il tempo favorevole per scaricare il file denominato “Terremoto” della nostra coscienza e aprire una larga decisione per il Bene Comune di questo territorio martoriato e annichilito (= reso nulla da ombre invisibili). Non basta solo credere nelle loro capacità di vincere, bisogna rendere ciò̀ di cui abbiamo bisogno: che la nostra dignità sia rispettata e non messa nuovamente a tacere.
Don Giuseppe Ditolve
Vicario parrocchiale “Cristo Re” in Pisticci

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